La cima del Fagutale e il palazzo di via Eudossiana a Roma

Il 20 il 21 marzo si è svolto a Bracciano, a cura dell’Istituto Mythos, il secondo incontro del ciclo “Il tempo dell’anima” articolato in un week-end in cui si è discusso e riflettuto sull’abitare dell’uomo il quale, come ci ricorda Hölderlin “abita poeticamente“. Dietro ogni azione, ogni scelta e ogni costruzione umana c’è sempre l’espressione di un’anima e di un cuore pulsante che, pur esprimendosi attraverso la materia, la supera per ascoltare la voce della natura.

Nel corso della sessione del 20 marzo si sono potuti così ripercorrere i luoghi e gli spazi che fanno da scena all’intero romanzo “L’intimo colloquio“: la cima del Fagutale, sull’Esquilino, e il palazzo di via Eudossiana a Roma. L’autore ha così rivisitato con il numeroso e attento pubblico presente la pianta dell’edificio della Facoltà di Ingegneria e di tutte le zone limitrofe, dimostrando le corrispondenze architettoniche con le finalità spirituali dell’opera.

Talvolta lo spazio di un edificio, i suoi luoghi e l’area ad esso circostante diventano così tanto intrinsecamente parte di noi stessi e della nostra storia che ci chiediamo in fondo se gli avvenimenti che si sono dispiegati avrebbero mai potuto aver luogo altrove e quanto quelle mura e quegli spazi abbiano potuto davvero influenzare il corso stesso degli eventi. Quale mistero si nasconde dietro la scala metallica a chiocciola che scende verso il profondo, nel sottosuolo del chiostro? E, soprattutto, quale messaggio di equilibrio interiore possiamo trarre dalla presenza così ravvicinata di una cattedrale dello spirito (la Basilica di San Pietro in Vincoli) e di una della scienza (la Facoltà), separate solo da una parete del chiostro? Fin dall’antichità romana, la cima del Fagutale è sempre stata teatro di eventi di grande fermento popolare e religioso; negli strati del suo sottosuolo si sono infatti succeduti nel tempo: un luogo di culto a Diana, la domus di Tarquinio il Superbo, gli Orti di Mecenate e le Terme di Tito, senza considerare la presenza, nelle immediate vicinanze, della Domus Aurea di Nerone e del Colosseo. L’attuale chiostro della Facoltà, infine, sorge al centro di un convento dei canonici lateranensi, edificato nel 1503 e assegnato alla prima scuola di Ingegneria nel 1873.

Dal lato opposto della parete di separazione è situata la Basilica di San Pietro in Vincoli che ospita l’enigmatica figura del complesso scultoreo del Mosè di Michelangelo. Uno sguardo ipnotico ma eroicamente umano rivolto ai suoi visitatori, quasi a rammentare a tutti gli studenti e scienziati che si aggirano nei locali alle sue spalle che sarà sempre impossibile – per la sola scienza – rispondere ai quesiti più profondi dell’animo umano.

Il filmato in fondo a questa pagina ripercorre le immagini discusse durante l’evento e offre la possibilità di una serena riflessione sulle stesse e suoi luoghi rappresentati.

Nel corso della Tavola Rotonda, sono risultate di particolare interesse anche le relazioni di Giuseppe Curatolo che ha illustrato la propria esperienza professionale di architetto attraverso l’analisi di costruzioni e progetti edilizi che traducono bene la ricerca incessante del senso profondo della vita dell’uomo, nonchè di Lorenzo Scaramella il quale ha focalizzato la stessa dinamica di ricerca di equilibri dinamici nel mondo della materia.