Incontro tra Jung e Pauli

Sabato 5 novembre 2011, in occasione del Seminario “Omaggio a Jung” organizzato a Bracciano dal Centro Studi Mythos, ho presentato una relazione da titolo Incontro tra Jung e Pauli: l’esperienza psicologica della sincronicità verso l’entaglement quantistico” (leggi un estratto dalla relazione).

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Si è colta così l’occasione per ripercorrere la raccolta della corrispondenza epistolare tra lo psicoanalista C.G. Jung e il fisico Wolfgang Pauli negli anni 1949-1953, cha ha portato poi alla pubblicazione del volume “L’interpretazione della Natura e della Psiche“. Il grande approccio transdisciplinare dello psicoanalista svizzero, insieme all’introduzione di una visione filosofica nelle metodologie di ricerca scientifica attuata dal fisico austriaco, hanno portato a sorprendenti risultati all’interno della rivoluzione scientifica del XX secolo, primo tra questi la definizione del concetto di sincronicità che ha costretto la comunità di fisici a rivalutare complemente il principio della località. Secondo Jung e Pauli, il fenomeno della sincronicità portava in stretto contatto fisica e psicologia, evidenziando una connessione profonda fra i vari eventi del mondo, non legata a un’azione diretta causale-meccanica.

In definitiva, materia e psiche sono aspetti complementari di una stessa realtà.solvay

La definizione del concetto di sincronicità, insieme agli studi di Pauli sul principio di esclusione e sullo spin dei fermioni, ha aperto la strada verso la rivelazione di un nuovo e sorprendente fenomeno della fisica quantistica: l’entanglement (letteralmente: intreccio).

Il fenomeno dell’entanglement si evidenzia quando due particelle hanno proprietà caratteristiche strettamente correlate (es: due elettroni sullo stesso orbitale con spin opposto). Separando le due particelle a qualunque distanza tra di loro, un’operazione di misura sulla prima particella influenzerà istantaneamente anche l’altra pur trovandosi in situazioni di assoluta impossibilità di interazione. L’influenza della misura sarà istantanea, qualunque sia la distanza, ma non c’è nulla che fisicamente “viaggia” da una particella all’altra. Non si tratta di segnali ma della struttura più intima dell’Universo, dove tutto esiste legato al di là dello spazio e del tempo.

Il fenomeno dell’entaglement è stato oggetto di ulteriori test e verifiche nel 1982 e tutt’oggi rappresenta un elemento di studi profondi sulle interazioni della materia a livello particellare.

Durante la conferenza, si sono anche introdotti i protagonisti principali della rivoluzione scientifica nel settore della meccanica quantistica: da Einstein a Schroedinger, da Bohr a Heisenberg, evidenziando per ciascuno il singolo fondamentale apporto attraverso il quale hanno contribuito all’evoluzione delle moderne teorie della fisica.

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La fisica del ‘900 aveva introdotto una terminologia che sconvolgeva gli assunti base della fisica classica. Si parlava infatti di probabilità, indecisione, esclusione, indeterminazione. In particolare, Heinsemberg poneva il mondo di fronte a un universo inconoscibile con precisione.

Da quel punto  gli scienziati non poterono più ignorare la relazione tra il mondo materiale esteriore e quello interiore della psiche. Le successive ricerche non potevano più essere condotte separando materia e psiche ma che entrambe le parti dovevano seguire un percorso comune di ricerca.

Nel corso della conferenza, sono stati significativi i riferimenti alla cosmogonia Veda, all’antico Egitto e alle attività degli alchimisti medioevali: il principio di corrispondenza enunciato da Neils Bohr fonda infatti le sue radici storiche nell’antica teoria della correspondentia in cui tutte le parti del mondo risuonano per partecipare a un’unica immagine cosmica.

F.M.