Quando sussurravo alle peonie

Quando sussurravo alle peonie

 

“Non ci pensare, poi passa” sentivo ancora la sua voce che parlava per consolarmi anche di questo, ultimo dolore.
Voleva forse dire, con quella frase, che concentrarsi sul dolore lo avrebbe solo reso più acuto, ancor più pungente?
Forse aveva ragione, tuttavia nasconderlo non sarebbe servito a nulla.

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Sinossi

 

Cosa fa Tommaso Maltese mentre attende il trascorrere delle sue ultime ore? Pensa, sogna, lascia scorrere i ricordi come bolle che affiorano alla memoria. E la storia procede sulla linea spezzata di un flusso che si dipana attraverso periodi diversi, da un momento a un altro, in un disordinato sciogliersi liquido del tempo. Tommaso potrebbe essere uno di noi, a cui la vita ha però riservato fatali coincidenze, perdite e ritrovamenti, alla continua ricerca della creazione perfetta: un fiore, una peonia.

La prima metà della sua vita sembra passare nell’ombra, divorato dalle domande e da quello che lui chiama “l’abbandono di due padri”. Cammina sullo sfondo di ciò che è il primo piano dei giorni degli altri, mentre un personaggio misterioso lo segue in ogni suo movimento dall’altra parte del mondo.

La sua rivalsa si sviluppa nel rapporto con la figlia, una relazione a cui si afferra per non perdersi e che gli ricorda costantemente il volto della moglie, come un post-it nella memoria. Per starle vicino decide di “vivere una seconda vita” e il cambiamento si rivela un’inaspettata opportunità per scoprire la storia di suo padre e diradare la nebbia cui era avvolto da anni.

Recensione

“Quando sussurravo alle peonie” è un libro con il quale è facile entrare in confidenza, nel quale si sta bene, comodi e al contempo sempre più appassionati alla storia che viene raccontata.
Fabio Marzocca ha una penna intensa e scorrevole, che usa con maniera ed esperienza, perfetta per trasmettere emozioni e permettere al lettore di entrare in connessione con i personaggi in generale, e il protagonista Tommaso in particolare.

Il primo incontro con Tommaso, è triste.

Alla fine della vita, il nostro narratore sta solo aspettando la morte. Cullato dal suono ritmico e ipnotico dell’apparecchio che ne controlla le funzioni vitali si assopisce e ricorda, in una serie di salti temporali, la sua vita e le esperienze vissute. Da qui parte il romanzo, con una serie di capitoli alternati in anni diversi, che mostrano Tommaso in differenti stadi delle vita, perfettamente coerenti con l’essere riminiscenze casuali in punto di morte, non decise né ordinate a priori, ma accolte così come vengono, non banali, mai futili, sempre e solo momenti importanti e significativi.

In modo naturale, nonostante il disordine degli anni, il lettore riesce a comprendere la narrazione, ad accompagnare, essere al fianco di Tommaso, imparando a conoscerlo e apprezzarlo. “Quando sussurravo alle peonie” è un titolo curioso, ma che ben rende il testo e ha un senso preciso che si scopre leggendo.
La trama è un andare regolare e interessante, potrebbe continuare così e sarebbe una lettura piacevole, ma l’autore ci regala di più, mettendo sorprese, non detti, bugie, che complicano la narrazione e l’esistenza del soggetto principale, inserendo una nota di mistero. Viviamo le gioie, i dolori, gli incontri inaspettati e le inaspettate rivelazioni.

Se il protagonista è il personaggio che riusciamo a comprendere più profondamente, c’è da rilevare che anche le figure che lo accompagnano sono ben descritte, hanno un ruolo preciso e riusciamo a “vederle” con facilità.

“Quando sussurravo alle peonie” è la celebrazione della vita, un romanzo appassionante, profondo, formativo. Scatena una vasta gamma di emozioni e nel finale è impossibile non lasciarsi andare alla commozione, sopratutto soffermandosi su un biglietto e le parole su di esso vergate.
Fabio Marzocca ha un solo difetto: fa innamorare del suo raccontare. E’ un autore che vorrete ritrovare.

(Tatiana Vanini)