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Riempire vecchie bottiglie con vino novello

Stanno riempiendo vecchie bottiglie con vino novello!“. Questa è la frase che il fisico Werner Heisenberg ha udito esclamare dall’amico e collega Wolfgang Pauli il quale, criticando l’approccio degli scienziati dell’epoca, riteneva che gli stessi avessero forzatamente incollato la nozione di “quanti” alla vecchia teoria delle orbite planetarie dell’atomo di Bohr. Di fronte agli enormi quesiti introdotti dalla fisica quantistica, Pauli invece iniziò a osservare le nuove scoperte da un diverso punto di vista, da un nuovo livello di realtà senza i vincoli imposti dalle precedenti teorie.

Lo stesso Newton, una volta teorizzata la legge del campo gravitazionale e non riuscendo a collocarla in nessuna delle realtà della fisica del tempo, per evitare speculazioni si limitò a definirla una “forza occulta” piuttosto che tentare un’improbabile collocazione nelle correnti teorie.

Nel quotidiano lavorativo di ciascuno di noi ci troviamo spesso inconsapevolmente nella stessa situazione. Al presentarsi di un nuovo problema, una difficoltà, la necessità di una scelta, è inevitabile tentare prima di affrontarla con metodi e conoscenze a noi noti. Talvolta però questo tipo di approccio non porta ai risultati desiderati e in alcuni casi può addirittura rivelare indesiderate derive.

Si tratta spesso di un errato punto di osservazione. Proprio la fisica quantistica ha aperto al mondo scientifico la questione dell’osservazione e del livello di realtà connesso con la stessa: ciò che spesso sembra impossibile e incongruente, è invece ammesso e non contraddittorio se osservato da una diversa prospettiva. Un singolo livello di realtà può solo creare opposizioni antagoniste.

La realtà, così come ogni evento a essa relativo, è un sistema complesso e interconnesso. Non è possibile cogliere il senso di una questione con un approccio di riduzione o separazione, ma solo ampliando la nostra vista verso orizzonti diversi da quello su cui siamo concentrati. C.G. Jung e W. Pauli non avrebbero mai potuto delineare e descrivere il fenomeno della sincronicità se ciascuno dei due non avesse valutato opportuno trascendere i limiti delle proprie discipline, la fisica (Pauli) e la psicoanalisi (Jung), osservando che qualunque presunzione di un nesso causale tra gli eventi sincronici è assurda o inconcepibile, nonostante tutta la fisica del tempo si fosse fondata sul rigido assioma di causa-effetto.

Pensiamo ad esempio al semplice rapporto fra l’uomo e l’albero, e tentiamo di evidenziare i molteplici e diversi livelli di realtà e percezione con cui tale rapporto può essere descritto:

  1. Fisico. L’albero assorbe anidride carbonica ed emette ossigeno. L’uomo, viceversa, respira ossigeno ed emette CO2. Questa è una relazione simbiotica a livello fisico che vede il sistema uomo-albero come un sistema chiuso interdipendente.
    L’albero è un indispensabile generatore di ossigeno.
  1. Immaginativo-associativo. Nel corso della storia gli alberi sono stati impiegati come protezione dal sole e dalla pioggia. Senza dubbio hanno acceso la nostra immaginazione e creatività sviluppando il concetto di rifugio e tetto come protezione dalle avversità del tempo.
    L’albero è un rifugio dalle intemperie.
  1. Estetico-artistico. Esistono in natura alberi che vengono visti come sculture viventi con stupende linee e dimensioni. Su questo stesso livello, artisti sono spesso stati ispirati dagli alberi per magnifiche sculture e dipinti.
    L’albero è una forma d’arte.
  1. Emotivo. Entrando in un bosco verdeggiante, si è spesso pervasi da un effetto rilassante e tranquillizzante, di pace interiore. Questa relazione è ugualmente “vera” in quanto stimola sensazioni interne immediate in ciascuno di noi.
    L’albero è fonte di intimo rilassamento.
  1. Spirituale-Simbolico. Su questo livello di realtà le relazioni sono in numero molto elevato. L’albero è spesso inteso come simbolo di saggezza. Oppure come elemento di contatto fra la Madre Terra e il Cielo. Gli alchimisti consideravano l’albero non solo come elemento di risveglio verso una nuova vita, ma anche di sacrificio. L’unione degli opposti oppure – come per gli antichi Egizi – l’associazione con l’eternità. Inoltre in quasi tutte le religioni del mondo , l’albero rappresenta una particolare simbologia spirituale (l’albero di Odino, l’albero di Buddha, l’albero della Croce).
    L’albero è un simbolo di spiritualità interiore.

Non sempre è possibile cogliere i diversi livelli di realtà connessi con una particolare e specifica questione, a causa di secoli di riduzionismo culturale con il quale l’uomo si è trovato a dover affrontare il proprio quotidiano. Il riduzionismo tende a “separare” il problema nelle sue parti elementari per meglio comprenderlo, ma questa visione – nel mondo moderno e interconnesso – introduce forme di limitazione e restringimento della visuale. Occorre invece “ampliare“, anziché ridurre, per poter acquisire con maggiore completezza tutti gli elementi del nostro problema.

E l’ampliamento si può ottenere solo con una forma di approccio transdisciplinare alla questione. Scopo della transdisciplinarità è quello di ripristinare, ristabilire l’unità della conoscenza, attraverso la consapevolezza che ogni forma di conoscenza è complementare alle altre nella realizzazione di una comune e complessa realtà.

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