Scrittura

Da “La scelta di Paride”

Paride gettò le chiavi sul tavolino dell’ingresso e percorse il lungo corridoio a destra fino all’ultima stanza in fondo, la camera da letto. Aprì la cabina-armadio e ne uscì con una grossa valigia color cuoio che distese vuota sul materasso. La guardò qualche istante, mentre considerava che in quel bagaglio non sarebbe entrato tutto il suo guardaroba e gli oggetti cari, quindi occorreva assumere l’atteggiamento necessario a far fronte a penosi momenti di decisione e di rinuncia.
Sospirò e cominciò a riempire la valigia.
Giunto ai cassetti del comodino, aprì l’ultimo in fondo, ne estrasse una foto e si sedette sul bordo del letto osservando l’immagine con nostalgia. Era una vecchia foto in bianco e nero che ritraeva una donna e dagli abiti che indossava doveva risalire forse agli anni cinquanta. La giovane poteva avere non più di vent’anni e dalle falde del cappellino bianco scendevano copiosi boccoli di capelli neri. Gli occhi erano sovrastati da due importanti sopracciglia in un atteggiamento impertinente, come di sfida nei confronti dell’osservatore. Uno sguardo sicuro di sé, come quello di una donna che sapeva affrontare le prove della vita con coraggio e che non lasciava spazio a indecisioni o incertezze.
Le carezzò il volto con un dito e ripose la fotografia con cura in una tasca interna della valigia.
tratto da “La scelta di Paride
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